Cari lettori,
da settimane ormai non pubblico un post su Dance with Lidia, un po’ perché mi sono ritrovata accerchiata da mille altri impegni, un po’ perché scoraggiata dalle circostanze.
Ebbene oggi torno a scrivere per la prima volta dopo molto tempo, perché con un problema come il virus non trovavo di grande aiuto continuare a mettere in tavola articoli, mentre quel che sto per condividere oggi è un problema rimandato ormai troppe volte e che necessita finalmente una svolta.
Ho vissuto ormai per tre anni a New York, e per due e mezzo ero in una relazione con un ragazzo afroamericano. Al di là delle difficoltà nell’adattarmi ad una cultura diversa, che inizialmente in parte rigettavo, sono entrata in contatto con la storia degli Stati Uniti, e ancor di più con la struggente attualità di questo paese che si definisce tanto progressista, ma che poi a conoscerlo bene vive ancora centinaia di anni indietro sotto alcuni punti di vista.
Con le prime lezioni di letteratura alla Juilliard ho imparato la storia della cultura afroamericana, grazie al mio ragazzo ho imparato quali parole fosse proibito dire per non mancare di rispetto alle persone di tale cultura, ma ancor di più ho sempre visto una tristezza di fondo nei suoi occhi ogni volta che le notizie parlavano di un nuovo innocente afroamericano ucciso dalla polizia, e il suo terrore sapendo che la sua vita, come quella di molti altri suoi amici, poteva essergli portata via in qualsiasi momento da un poliziotto, semplicemente mentre alla guida della sua macchina o camminando per strada, senza aver commesso alcun crimine.
Alla luce dei fatti che stanno accadendo in questi giorni negli Stati Uniti, di cui invito tutti ad informarsi, voglio anche invitare le persone a riflettere su alcune considerazioni:
- il fatto che tu sia bianco non significa che questo problema non ti riguardi. Hai il privilegio di essere bianco, usalo. A protestare non dovrebbero essere solo le persone oppresse dal razzismo, ma tutte quelle che sono contro il razzismo, pur essendo privilegiate. Fa paura mettersi in gioco, ma pensa alla paura a cui sono costretti loro ogni singolo giorno della loro vita per colpa del tuo silenzio.
- il fatto che tu viva in Italia non significa che la cosa non ti riguardi. La vita è un diritto di tutti, connazionali o stranieri, amici o sconosciuti. Firmando una petizione fai la tua parte nel salvare la vita al ragazzo della tua età che rischia di essere la prossima vittima innocente, e non dovrai scomodarti dal comodo divano di casa tua.
- il fatto che tu sia uno non significa che la tua voce non possa essere sentita. Seppur coscienti che gli Stati Uniti siano governati da personaggi eccentrici e affamati di potere, e ci sia una maggioranza di trogloditi che li mettono al potere, c’é pur sempre una minoranza di persone che una testa la ha, ma non ha la forza per farsi sentire, abbi il coraggio di unirti a loro, te ne saranno grati.
- il fatto che tu conosca la situazione e ne sia amareggiato non ti rende antirazzista, fino a quando non fai la tua parte contro il razzismo. Informati sui fatti, ma poi informati anche sul modo in cui puoi dare il tuo contributo, anche se a distanza. Non aspettare pensando sia qualcun altro a farlo al posto tuo, perché è da anni che ragioniamo così e ancora niente si è mosso. Una volta che prendi conoscenza dei fatti, diventi responsabile della tua scelta di non prendere atto. Contatta amici e conoscenti che pensi possano trovarsi in difficoltà in questa situazione, semplicemente per fargli capire che ci sei e che il problema è di tuo interesse.
Quando crediamo di non essere parte di un problema, proviamo per un momento a metterci nei panni di coloro che soffrono: e se fossimo noi a vivere una vita in tali condizioni? Non ci farebbe piacere ricevere aiuto, anche se da un perfetto sconosciuto?
Concludo lasciando fonti che possano essere d’aiuto in questa ricerca, e spunti di riflessione che bombardano costantemente il mio feed instagram, con mio grande piacere e dispiacere allo stesso momento. Io sto cominciando a fare la mia parte firmando petizioni e donando, e spero che, dopo aver letto questi pensieri, anche voi troviate il motivo per farlo. #blacklivesmatter
Much love,
Lidia